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Il Regno Unito

I politici e gli amministratori del Regno Unito sottolineano spesso con orgoglio la lunga storia di accoglienza e sostegno ai rifugiati anche se, allo stesso tempo, creano “un ambiente particolarmente ostile all’immigrazione illegale“.

In realtà, l’asilo è parte della più ampia politica di immigrazione e asilo e immigrazione sono spesso trattate come un insieme. Come in altri Paesi europei, si tratta di aree altamente politicizzate e i media veicolano idee anti-immigrati che non tiene conto della distinzione tra rifugiati “veri e propri” dai “migranti economici” e “falsi richiedenti asilo”. In effetti, i media riportano storie particolarmente negative, a volte anche inaccurate (vedi ad esempio “SWAN BAKE: Asylum seekers steal the Queen’s birds for barbecues”). A ciò si aggiunga che, dal 1999, una serie di nuovi atti e regolamenti ha reso quest’area progressivamente complessa e sempre più restrittiva.

In contrasto alla natura particolarmente restrittiva delle misure in materia di immigrazione e asilo, i diritti delle persone SOGI sono stati progressivamente riconosciuti durante lo scorso decennio, con l’introduzione delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso in tutto il Regno Unito e il matrimonio indipendentemente dall’orientamento sessuale dei contraenti (per quanto questo non sia riconosciuto ancora nell’Irlanda del Nord). Oggi esiste una legislazione compiuta in materia di discorso e crimini d’odio nei confronti delle minoranze sessuali, mentre nel 2004 il Gender Recognition Act ha introdotto il diritto alla riassegnazione del genere. Sia l’orientamento sessuale e l’identità di genere sono oggi caratteristiche protette attraverso l’Equality Act del 2010. Ciononostante, nel Regno Unito le persone continuano tuttora a essere discriminate, molestate, trattate sfavorevolmente o in modo ineguale sulla base del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere, in una pluralità di ambiti. Ad esempio, il bullismo omofobico e transfobico rimane un problema nelle scuole e le minoranze sessuali sono a più alto rischio di essere vittime di crimini d’odio se comparate con le persone eterosessuali o cisgender, con un numero crescente di incidenti registrati nel tempo.

Guardando alle domande di asilo basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere nel Regno Unito, il 2010 è certamente un anno chiave: si tratta dell’anno in cui, per i richiedenti asilo SOGI, il messaggio è passato dal “vai a casa e sii discreto” al “prova che sei gay” come risulta dalla sentenza della Corte Suprema in HJ (Iran) and HT (Cameroon) v. Secretary of State for the Home Department [2010] UKSC 31. In teoria, dopo il 2010 è stata comunque garantita una maggiore tutela agli individui che fuggono dalla persecuzione basata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, anche se la credibilità è oggi il nuovo ostacolo per l’accoglimento della loro domanda. Nonostante la pressione esercitata dalle ONG e dalle questioni parlamentari, le statistiche dell’Homo Office sui richiedenti asilo SOGI non sono state pubblicate.

 

Ciò rende difficile la valutazione delle tendenze in merito al trattamento delle minoranze sessuali che cercano protezione nel Regno Unito. Tuttavia, molti dei principali Paesi da cui provengono i richiedenti asilo sono anche Stati in cui tuttora l’omosessualità è punita dalla legge, come ad esempio l’Iran, l’Afghanistan e il Sudan.

I richiedenti asilo i cui Paesi di origine criminalizzano le minoranze sessuali sono anche quelli che, con maggiore probabilità, saranno detenuti e allontanati, come coloro che arrivano dalla Nigeria o dal Pakistan. Senza contare, poi, il modo con cui vengono trattati i richiedenti asilo SOGI in stato di detenzione: sono stati riportati casi di segregazione di detenuti transgender “per garantire la loro sicurezza” e di abusi di donne lesbiche.

Per i richiedenti asilo ai quali è stata riconosciuta la protezione internazionale, cosi come nel caso dell’Italia, non è prevista alcuna strategia volta alla loro integrazione (a parte i piani nazionali di sostegno ai rifugiati come quelli adottati in Scozia e Galles). Eppure, i rifugiati SOGI possono avere bisogno di un supporto specifico, vista anche la difficoltà di inserirsi nelle comunità di rifugiati e immigrati con la stessa facilità con cui si integrano altri individui. Peraltro, ciò non è solo aggravato dai potenziali pregiudizi ma anche dalla condizione di vulnerabilità dovuta all’omofobia diffusa nella società intera, condivisa con tutti le altre persone appartenenti alle minoranze sessuali.

Guardando avanti, il sistema di asilo del Regno Unito risulta influenzato da numerosi strumenti internazionali ed europei, tra i quali la Convenzione sullo status del rifugiato del 1951, la Convenzione europea sui diritti umani del 1950 e la Direttiva Qualifiche 2004/83/EC (il Regno Unito non ha infatti esercitato l’opting-in in relazione alla rifusione della Direttiva nel 2011).

Mentre non ci sono indizi che il Regno Unito voglia recedere dagli obblighi previsti dalla Convenzione di Ginevra, le implicazioni per le politiche di asilo che derivano dalla decisione di lasciare l’Ue dopo il risultato del referendum del giugno 2016 non sono tuttora chiare.

Maggiori informazioni sul Regno Unito? Potete consultare il nostro Database. Troverete anche la tavola della giurisprudenza ‘UK SOGI asylum case law‘ e la lista delle ‘Home Office country policy and information notes on sexual orientation and gender identity’ (ultimo aggiornamento: 2020).

Potete anche consultare le nostre raccomandazioni finali indirizzate al Regno Unito: SOGICA project, ’30 Recommendations for improving the lives of people claiming asylum on the basis of sexual orientation or gender identity (SOGI) in the UK’, University of Sussex, luglio 2020.